
Questa sera alle ore 21:00 il Celta Vigo sarà di scena al Martinez Valero per affrontare i padroni di casa dell’Elche nella partita valevole per la nona giornata di Liga. Dopo i quattro schiaffi ed annessa umiliazione in casa contro la Real Sociedad, i celestes sono chiamati obbligatoriamente a trovare la vittoria per non aggravare la loro posizione in classifica già abbastanza deficitaria.
Una nuova sconfitta, inoltre, potrebbe portare all’esonero di Oscar Garcia che però non si sente affatto a rischio. Ieri in conferenza stampa il tecnico catalano si è detto di essere tranquillo e che né lui né la squadra si sentono di essere in una situazione al limite e che c’è ancora un campionato tutto da giocare. Di seguito le sue dichiarazioni ed il video della conferenza stampa.
Sul riproporre la difesa a 4: “Già l’ho detto altre volte ed in altri giorni. Se sapessi esistesse un sistema che ci permetterebbe di vincere tutte le partite lo utilizzerei. Il sistema che utilizziamo è sempre per attaccare meglio perché sappiamo che quanto più attacchiamo, quanto meglio attacchiamo, meno dobbiamo difendere. Questa è una parte della filosofia che vogliamo nella squadra”.
Sul cambiare sempre l’undici iniziale: “Capisco che da fuori possa vedersi così, se fossi anche io da fuori sarebbe una cosa di cui chiederei il perché. Togliendo 2-3 posizioni, tutti gli altri giocatori hanno un livello simile. La cosa buona dell’essere allenatore è che ho più informazioni perché li vedo allenarsi ogni giorno. Vedo se qualcuno zoppica, se qualcuno ha un problema fisico, se può giocare 90′ o più poco tempo. Analizziamo l’avversario, dobbiamo tenere conto di molto fattori per poter decidere il sistema di gioco”.
Su Hugo Mallo: “Ho parlato con lui così come ho fatto tutto l’anno. Abbiamo la fortuna che è tornato disponibile per questa partita ed è un giocatore in più. Se recupera il livello degli anni scorsi, ci sono pochi terzini destri come lui in Liga. Quello che dobbiamo provare, tra tutto, è fargli recuperare questo livello e sarà di grande aiuto per la squadra”.
Sul se sente pressione per questa partita: “Io sento pressione da quando ho iniziato a giocare a calcio, non so se è una situazione al limite per me. Quello che ho chiaro è che non lo è né per i giocatori né per i giocatori, siamo alla nona giornata, siamo fuori dalla zona retrocessione, quando sono arrivati eravamo a quattro punti dalla zona salvezza. Alla ventiduesima giornata siamo riusciti a tirare fuori la squadra dalla zona retrocessione e non ci siamo rientrati. I numeri? Ognuno guarda ciò che gli interessa, so che questa rosa, e questa squadra, dalla ventiduesima giornata è rimasta fuori dalla zona retrocessioni. Parlando di numeri sono sicuro che Espanyol, Maiorca e Leganés hanno dato maggior valore ai punti che abbiamo fatto a quelli che non abbiamo fatto”.
Su se la dirigenza gli ha fatto sapere di essere a rischio esonero: “Nessuno mi ha detto nulla in questo senso, né quando vinco ho bisogno che qualcuno mi dia una pacca sulla spalla, né quando perso ho bisogno mi tirino su di morale o mi dicano qualcosa. Io mi concentro su quello che posso fare, su quello che posso controllare e questo accade sul terreno di gioco e negli allenamenti, altre cose non posso fare niente per controllare”.
Su se comprenderebbe l’esonero in caso di sconfitta: “Il mio lavoro non è comprendere le decisioni che può prendere il club. Il mio lavoro è poter lavorare ogni giorno per migliorare i giocatori, la squadra, guardare un po’ al futuro del club con i giovani, che abbiano una buona e rapida crescita ed evoluzione per poter essere importanti per la prima squadra. Sono ottime risorse per il club. Ciò che sento è che sono molto contento e molto fortunato di essere l’allenatore del Celta Vigo, di poter lavorare in un ambiente libero, di non avere problemi per lavorare in questo periodo di pandemia dove c’è molta gente, il settore alberghiero, le palestre, che non può andare a lavorare. C’è gente che ha perso il lavoro, ho amici e familiari che non lavorano o non possono andare al lavoro, accada quel che accada, io mi sento fortunato. Fortunato di poter fare il mio lavoro il meglio che posso, mi sento fortunato di essere l’allenatore del Celta da più di un anno, cosa che non è stata facile negli ultimi anni e spero possa durare ancora più tempo”.
Su se la partita è come una finale: “Quando sono arrivato una delle prime cose che ho cercato di inculcare nei giocatori è di pensare che ogni partita fosse una finale. Per noi questa partita non è una partita nuova, è una partita dove la mentalità deve essere come quella di una finale. La pressione che ci può essere me la prende e me ne faccio carico io, non ho nessun problema, quello che voglio è che i miei giocatori giochino tranquilli, con coraggio, perché non so se è una situazione al limite per me, io spero di no, quello che è sicuro è che non è una situazione al limite né per la squadra, né per i giocatori. Non siamo all’ultima giornata, né siamo in zona retrocessione. Dalla ventiduesima giornata, dove riuscimmo a tirare fuori la squadra dalla zona retrocessione che era a -4 dalla salvezza, non siamo tornati ad entrarci. Qualcosa di buono starà facendo la squadra, non dico l’allenatore, mi riferisco ai giocatori”.
Sulla situazione nello spogliatoio: “Al di là di tutto quello che è accaduto e che accade, la squadra è più unita che mai e non lo dico tanto per dire, potete chiedere a chiunque. La prima squadra, lo staff, tutti quelli che fanno parte della prima squadra siamo più uniti che mai”.
Sul se ha pensato di andare via prima dell’inizio della stagione con i giocatori che gli chiesero di restare: “No, però hanno visto che la stampa in molti giorni ed in molte occasioni scriveva che pensavo alle dimissioni. Mi dissero che l’avevano letto anche via social. E’ un’opzione che non ho mai preso in considerazione. Sono abbastanza coinvolto e fiducioso nel portare avanti questa squadra. Non mi sentivo abbastanza forte da lasciarli qui e andarmene, voglio restare il più a lungo possibile. E’ una cosa che non decido io, io posso decidere altre cose che sono quelle che posso attuare”.
Sulla posizione di Iago Aspas: “A Iago non posso chiedere di più, ma durante le partite ci sono sempre delle situazioni precise. Abbiamo molto chiaro dove può giocare, dove può fare più male. Quello che vogliamo è che Iago partecipi molto e sia molto attivo durante le partite perché questo sarebbe un buon segnale per noi”.
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