Oscar Garcia: “Non mi preoccupa il futuro, penso al presente. Dobbiamo essere più concreti”

Il tecnico catalano ha fatto sapere di non essere preoccupato riguardo al suo futuro in caso di sconfitta contro il Levante e nelle prossime partite

Questa sera alle ore 21:00 il Celta Vigo è ospite del Levante nella settima giornata di Liga. I celestes giocheranno questa partita sapendo di essere in terzultima posizione dopo i risultati del weekend e sapendo anche di dover darsi una bella svegliata. Siamo solo all’inizio, ma le partite iniziano già a pesare per non perdere terreno dalle altre squadre che precedono il club in classifica.

Il Celta dovrà essere bravo a sfruttare le occasioni che avrà, come sottolineato da Oscar Garcia che ieri ha presentato il match contro i granotes. Il tecnico catalano ha rimarcato la poca concretezza della sua squadra ed ha affermato come è una cosa che va assolutamente migliorata. Di seguito le dichiarazioni del tecnico ed il video integrale della sua conferenza stampa:

Sull’ambiente in caso di nuova sconfitta: “E’ una situazione nuova anche per me, come allenatore è la prima volta che perdo 3 partite consecutive, io mi preoccupo del presente e non del futuro. Stiamo lavorando con l’entusiasmo delle sensazioni che ci danno le partite. La sensazione che abbiamo è che, con poco, ci hanno fatto gol, ma noi creiamo le occasioni. Le sensazioni sono molto diverse rispetto all’ultima settimana della passata stagione”.

Sulla concretezza: “Abbiamo un problema simile a quello dello scorso anno che è la concretezza, essere più concreti in entrambe le aree. E’ un tema sul quale stiamo lavorando, stiamo incidendo, ma molto volto o quasi sempre, l’allenatore dipende dal successo dei giocatori. Siamo la squadra che in casa , o la seconda miglior squadra, che più crea occasioni in casa ed abbiamo giocato con Valencia, Barcellona ed Atletico Madrid, credo che questa sia la strada. Ci sono cose che ci hanno penalizzato, soprattutto nelle aree”.

Sul Levante: “Penso che né il Levante né noi resteremo dove siamo ora. Sono passate solo sei giornate, ci sono state molte squadre in testa alla classifica. CI sarà solo una in testa alla classifica e ciò vale anche per la parte bassa della classifica, sono passate poche giornate. Il calendario è quello che è, alla fine del girone d’andata tutti avranno giocato contro tutti e potremo fare una valutazione più ampia”.

Su se considera i canterani che hanno debuttato da prima squadra: “I giocatori giovani ci sono per aiutare, non possiamo mettergli pressione di essere decisivi, sono molto contento di loro e di lavorare con loro da prima del precampionato. Quando li abbiamo convocati per il precampionato avevo già una buona opinione di loro e  me lo hanno confermato durante gli allenamenti. Sono giocatori a cui io non regalo niente, quando scendono in campo è perché se lo meritano, perché hanno la capacità per farlo. Sono sempre stato un allenatore che ha fiducia nei giovani, la gente giovane porta energia, voglia e migliora gli allenamenti. Ogni volta che hanno dovuto competere lo hanno fatto molto bene, sappiamo della loro età e delle cose da migliorare. Abbiamo preparato un piano individuale per ognuno per venire nei pomeriggio per allenarsi individualmente per migliorare ciò che va migliorato. Sono sicuro che, in un futuro non molto lontano, saranno molto importanti per la prima squadra”.

Sul Celta come squadra più ammonita: “Si, è sorprendente, non sapevo di questa statistica. E’ sorprendente perché siamo una squadra che vuole tenere il pallone che al contrario, non siamo una squadra che si vuole difendere, spero sia solo circostanziale, perché ci sono state solo 6 partite e che questa statistica non sia la stessa al termine della stagione”.

Sul tandem di attacco Santi Mina-Iago Aspas: “Santi è l’unico nove e attaccante centrale nato che abbiamo. A volte pensiamo che possa aiutare di più dall’inizio, a volte nel secondo tempo quando le difese avversarie sono più stanche per poter liberare Iago. Mina ha giocato buoni motivi entrando dalla panchina, segnando gol importanti. E’ un giocatore cosciente del ruolo che ha, ci può aiutare sia dall’inizio che dalla panchina”.

Sulla difesa a cinque: “Pensiamo sia il sistema per aiutare i giocatori ad attaccare meglio, mai per difendere. Siamo una squadra che se gioca solo per difendere perché la gente pensa che con la difesa a 5 puoi si sbaglia, molte volte attacchiamo meglio. Contro l’Atletico abbiamo giocato con questo sistema ed abbiamo creato 15 occasioni. Utilizziamo questo sistema per attaccare meglio e per vedere come possiamo creare pericoli. Se solo ci fosse un solo sistema per vincere le partite lo utilizzeremmo, credo abbiamo fatto buone partite con la difesa a quattro e a tre, capisco che alla gente piaccia guardare le statistiche, ognuno è libero di leggere le statistiche che più interessano, così come le opinioni. Ognuno si affida all’opinione che crede o che vuole credere”.

Sulla partenza di Hugo Mallo in estate: “Da lui non ho saputo niente. Il club mi ha detto che lui voleva andare via nel caso in cui fosse arrivata una buona offerta, ma in questo tema io non sono intervenuto, è stata una cosa tra il club ed il giocatore”.

Sul se sente la fiducia della società: “Volevo iniziare un progetto da zero. A causa delle circostanze che si sono verificate e che si stanno verificando, non è stato possibile, il mio lavoro è pensare al presente. Il presente è che sia io che il club sappiamo i punti di forza e i punti deboli della squadra, mi tocca lavorare per continuare a rafforzare i punti di forza e migliorare le debolezze che abbiamo, io non posso decidere nulla su questo. Ciò che posso decidere è se continuare o meno, ma alla fine quelli che decidono sono quelli che devono decidere che sono quelli che comandano nel club”.

Sul se saranno decisive le prossime tre partite per il suo futuro: “Non vivo né di sensazioni né di quello che succederà nel futuro. Vivo il presente ed il presente si chiama Levante, qui abbiamo tutti l’umiltà sufficiente, non ho dubbi che raggiungeremo gli obiettivi. In tutte le squadre che ho allenato ho sempre raggiunto gli obiettivi e qui non vedo perché debba essere diverso, sarebbe la prima volta che mi accade. Sono stato sempre io a decidere quando andare via dai club, ma so in che mondo viviamo, so qual’è il posto degli allenatori e alla fine non dipende nemmeno da te. Mi occupo di quello che dipende da me, continuare ad allenare e a migliorare i giocatori, continuare ad avere occasioni per aumentare le possibilità di successo. Questo è ciò di cui mi occupo al momento. Non penso se questa possa essere la partita decisiva o se ho 2-3 partite perché mi toglierebbe energia. Non è ciò che posso decidere io in questo momento”.

Conferenza stampa

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*